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Tagliapietra o Tajapietra -secondo alcuni documenti- si era
stabilita in Istria fin dal XIV secolo).
In seguito ad alcune vicende familiari, Tagliapietra, fin da
bambino, si trasferì in casa del nonno, a Trieste, città dove
frequentò la scuola tedesca e dove apprese i primi rudimenti del
pianoforte dalla madre, Emilia Kaus.
Sempre a Trieste il geniale fanciullo, abilissimo
nell'im-provvisazione pianistica, fu ascoltato entusiasticamente dal
violinista Kubelik, dal padre di Busoni e dallo stesso Ferruccio
Busoni, il quale, secondo quanto ricorda la vedova del Maestro,
Hilda Montecchi Tagliapietra (pia-nista e violoncellista), dopo
averlo ascoltato attenta-mente suonare, avrebbe detto alla signora
Kaus Tagliapietra: "Signora, questo è mio figlio."
Nel 1900, l'imperatore Francesco Giuseppe dopo averlo ascoltato a
corte, gli assegnò una borsa di studio e gli procurò come
insegnante, Julius Epstein, all'epoca il miglior pianista alla corte
asburgica.
La permanenza di Tagliapietra a Vienna durò solamente due anni;
infatti, abbandonato Epstein che si era rivelato un maestro pedante,
Tagliapietra, appena quindicenne, partì alla volta di Berlino per
studiare sotto la guida del mitico Busoni.
Gli incontri giornalieri con il maestro e l'amico Ferruccio Busoni,
sarebbero in seguito diventati memorabili nei ricordi di
Tagliapietra. Nel salotto di Busoni affluivano personalità
importantissime ed esponenti artistici di spicco (nel grande
centro culturale berlinese -tra i maggiori dell'Europa di quel
periodo- e proprio in casa Busoni, Tagliapietra
conobbe Rosenthai, Max Reinhardt, Saint-Saèns, Ejzenstein,
Nikisch, Egon Petri, von Zadora, e altri ancora)
.
Busoni che non aveva nulla da spartire con l'accademico Epstein,
viveva quotidianamente i problemi tecnici, musicali, compositivi,
artistici e anche quelli personali dei suoi allievi (si prodigava
nel cercare per i migliori occupazioni nell'ambito
dell'insegnamento, giri concer-tistici, revisioni per alcune case
editrici); in una delle numerose lettere alla moglie, il Maestro
così scriveva del |
giovane allievo: "Tagliapietra è un ragazzo fine, intelli-gente,
idealista e mi adora".
Busoni, che teneva in grande considerazione l'intelligenza e l'arte
pianistica di Tagliapietra, lo propose per una cattedra di
pianoforte al Conservatorio di Mälmö, in Svezia. Tagliapietra però
non iniziò mai la sua attività didattica svedese, perché accettò nel
medesimo anno, nel 1907, l'incarico di insegnante di pianoforte
presso il Liceo musicale Benedetto Marcello di Venezia, istituto
allora diretto da Ermanno Wolf-Ferrari che così scrisse di
Tagliapietra: "Reputo le sue doti musicali e specialmente
pianistiche straordinarie: e sono convinto che Egli non farà che
acquistare, col tempo, maggior valore ancora, essendo d'una tenacia
estrema nello studio e non avendo altro ideale se non la musica.
(...) Giovane, sotto la sua guida farà molto: inoltre è predestinato
avendo studiato in Germania con maestro italiano di cultura tedesca:
basta pensare un momento al predominio del repertorio tedesco sugli
altri repertori pianistici per comprendere quanto importi che il
nuovo maestro sia nella impostazione tedesca".
La venuta di Tagliapietra a Venezia, all'epoca città provinciale e
quasi scarseggiante di avvenimenti culturali e musicali, servì a
riscuotere dal torpore gli interessi dei veneziani, che a poco a
poco gremirono le sale dove il Maestro si esibiva con dei programmi
monografici, insoliti per quella città.
I suoi recital divennero delle vere lezioni pianistiche pubbliche e
i profili che di volta in volta egli tratteggiava nei suoi concerti
mensili si possono ravvisare in un suo articolo del 1915 dal titolo
"Introduzione ad una seduta pianistica", dove compaiono, con tutta
probabilità, i nomi dei suoi compositori preferiti: "I più grandi
genti musicali, furono, quasi senza eccezione dei grandi
clavicembalisti, o dei grandi pianisti: Scarlatti, Bach,
Haydn, Mozart, Beethoven, Chopin, Liszt, Schumann,
ed il nostro sommo pianista compositore Ferruccio Busoni, e tutti
quanti affidarono una grande parte delle loro sublimi creazioni al
clavicembalo e al pianoforte.
Onoriamo dunque il pianoforte, noi che siamo i custodi di |

Venezia. Particolari |