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rappresentato in cinque diverse sedi, la produzione musicale è
intensa anche nel campo strumentale, e si fa musica pure nei
palazzi privati, per le strade e nelle feste all'aperto.
Accanto
all'attività didattica privata e alla produzione musicale,
per così dire di bottega, s'inserisce quella prevalentemente
sorta con finalità pedagogiche presso gli Ospedali, al fine di
promuovere la musica e di intensificare le altre attività ad
essa connesse, sotto la spinta di un pungolo pedagogico
costante, per evitare la mendicità e la miseria, per abolire le
sofferenze sociali, per distrarre in parte
dall'ignominioso persistere del tema riguardante le inique
distribuzioni dei beni terreni, grazie alla confluenza in luoghi
preposti, come l'Ospedale della Pietà, gli Incurabili, i
Mendicanti e i Derelitti, di persone emarginate dalla società,
di bambini abbandonati, di persone affette da malattie veneree.
Gli esordi
musicali presso questi ospedali erano fondati su basi
strettamente religiose e moralistiche, volte ad una concezione
della musica come mezzo di pia edificazione, incentrata
decisamente sull'esperienza di Filippo Neri.
Il
prodotto di tale esperienza, 1'oratorio, arriva a Venezia
nell'ultima fase del Seicento e grazie al contributo
entu-siastico dimostrato dai laici e dal clero nei riguardi del
melodramma, genere che favorì a creare la fondazione di un
repertorio oratoriale di netta concezione operistica.
La
rappresentazione di oratorii sarebbe iniziata a Venezia con
L'anima penitente, di penna anonima, realizzato presso
l'ospedale dei Mendicanti nel 1667, e con Sedecia del
1671, creato per la Chiesa di S. Maria della Fava.
Sicuramente prima delle date riportate nelle fonti
libret-tistiche più antiche, finora conservate, si può
ipotizzare che l'oratorio sia giunto a Venezia precocemente, ad
opera della Congregazione di San Filippo Neri, insediatasi fin
dal 1661 nell'oratorio sito accanto alla quattrocen-tesca
chiesetta di Santa Maria della Consolazione, detta "della Fava".
Molti tra
i musicisti della Cappella di San Marco, tra i quali Giacomo
Filippo Spada, Benedetto Vinaccesi, Carlo Francesco Pollarolo e
Antonio Biffi -che accupavano con-
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temporaneamente anche altri incarichi scrivevano nume-rosi lavori
oratoriali per gli ospedali. Da un esame dei repertori bibliografici
è abbastanza chiaro arguire che sia i musicisti che i librettisti
avessero una certa mobilità lavorativa ali interno dei circuiti
istituzionali veneziani.
Durante il Settecento tali attività presso gli 0spedali dove la
vista dei complessi corali - strumentali delle cantatrici e delle
"putte" era impedita da fitte grate che ancor oggi si possono vedere
in talune chiese, furono un vanto per la Repubblica di Venezia, e
furono un punto di riferimento per gli ospiti stranieri che
giungevano in città.
Nelle Confessioni Jean-Jacques Rousseau scrivevaUna
musica che mi sembra assolutamente migliore di quella operistica è
quella che si esegue nelle scuole.
Tutte le domeniche, nelle chiese di ciascuna delle quattro scuole,
vengono eseguiti durante i vespri dei mottetti a grande coro e a
grande orchestra composti e diretti dai migliori maestri d'Italia,
eseguiti, in tribune nascoste, esclusivamente dalle ragazze la più
vecchia delle quali non ha vent'anni" Importantissimi erano gli
strumenti per queste
scuole come l'oboe,
il violino, la viola e il violoncello.
Importanti furono alcuni tra i maestri che vi insegnarono:
Francesco Gasparini, dal 1701 al 1713 alla Pietà; Nicola Porpora,
dal 1726 al 1733 agli Incurabili; Johann A. Hasse, dal 1727 al
1731 all'Ospedaletto; Ferdinando Bertoni, dal 1757 al 1764 ai
Mendicanti; Antonio Sac-chini, dal 1768 al 1772, all'Ospedaletto.
Le "putte" o "figlie", come venivano definite le ragazze dei
conservatori, venivano in seguito avviate alla carriera teatrale,
riscuotendo successi clamorosi e affermazioni anche all'estero:
bastino tra gli esempi quelli di Faustina Bordoni, moglie di
Hasse, e di
Rosanna Scalfi. andata in sposa a Benedetto Marcello, entrambe tra
le più famose cantanti d'opera del Settecento.
Il
Settecento per
Venezia una nuova fioritura delle arti, dalla pittura con Canaletto,
i Tiepolo, la Carriera, i Guardi, Belletto, Piazzetta, i Longhi,
alla musica che fu con Albinoni, i Marcello, Vivaldi, Lotti e
Galuppi, simbolo della sua cultura. |
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