Leonardo Trevisan
docente e musicologo veneziano
la musica e il bambino
Per sensibilizzare il bambino all'arte musicale è bene, dopo la
nascita, favorire un ambiente tranquillo, evitando, ad esempio, di
tenere a volume elevato apparecchi radiotelevisivi, stereofonici
ecc...; questo perché, fin dalle prime settimane, il bambino
reagisce negativamente a suoni acuti e rumori forti e improvvisi:
essi possono provocare agitazione, inquietudine e malessere¹.
Al secondo-terzo
mese di vita l'ascolto di un sottofondo musicale dolce, che non
turbi il sonno, offre al bambino la
possibilità di iniziare a formare il gusto per la musica.
La scoperta del
primo elemento formante la musica -il ritmo-, avviene molto presto;
infatti, dopo il sesto-settimo mese di vita, il bambino già riesce a
seguire l'andamento musicale di un canto eseguito dalla voce
materna, muovendosi ritmicamente e, dopo il diciottesimo-ventesimo
mese, può iniziare a balbettare le prime melodie musicali.
A due-tre anni,
molti bambini sanno riprodurre parti o intere canzoncine,
riconoscono diverse melodie, provano gli strumenti musicali,
riescono a saltare, danzare, camminare, correre a tempo di musica.
Generalmente il
primo incontro del bambino con la musica avviene nel giardino
dell’infanzia e nella scuola materna, cosicché lo sviluppo della
sensibilità e del gusto riceve un'evidente impronta in questi
ambienti.
Nella scuola materna
si potrebbe limitare e curare alcuni comportamenti aggressivi di
bambini, impiegando l'aggressività in forme diverse di attività
artistica e sportiva.
La sensibilità deve
essere sviluppata ed esercitata perché nella formazione del bambino
essa è di primaria importanza; già nell'età dei tre anni esistono i
presupposti per formare personalità in questo senso.
Anche nella scuola
elementare l'insegnamento delle materie artistiche è di primaria
importanza, proprio perché all'età di cinque sei anni si evidenzia
maggiormente il senso artistico ed estetico del bello e del gusto.
In questo ambiente
l'educazione musicale deve necessariamente integrarsi nella totalità
dell'insegnamento per permettere un armonioso sviluppo di tutto
l'essere nella sua realtà fisica, affettiva, intellettuale e
spirituale.
Per raggiungere
queste mete, è necessario che l'istruzione musicale a livello
primario disponga almeno di cinque-sei ore alla settimana.
¹
Alcuni studi
condotti nel reparto maternità di un ospedale della Florida hanno
evidenziato che l’ascolto quotidiano di una cassetta musicale di 60
minuti, contenente ninne nanne o canzoni per bambini, portava ad
abbreviare la durata del ricovero ospedaliero (di almeno cinque
giorni) dei neonati prematuri e di basso peso. Nel gruppo di neonati
che ascoltava le canzoni, rispetto al gruppo che non l’ascoltava, il
calo di peso era minore, la quantità di latte assunto più elevata e
il livello di stress meno accentuato. In un altro studio, compiuto
dall’Università di Harvard, 90 bambini di 6 mesi d’età sono stati
invece sottoposti a più riprese ad ascolti musicali legati a due
tipi di composizioni: sotto l’influenza di musiche che apparivano
consonanti (Mozart,
Vivaldi…), i
piccoli restavano tranquilli, buoni e silenziosi; mentre frignavano
irritati alle prime note dissonanti dei lavori di Schönberg, Weber…
Il sistema
cerebrale dei bambini si serviva dei suoni armonici in modo
istintivo (e non come portato culturale) per mantenere una
condizione di benessere.
Melodie, armonie e
ritmi consoni esplicano, dunque, un effetto decisamente benefico sul
neonato: lo tranquillizzano, migliorano le sue funzioni
neurovegetative e la sua percezione spaziale, l’aiutano ad entrare
in armonia con l’ambiente e le persone che lo circondano.