Gli scavi
romani e il Museo Archeologico Nazionale di Altino come una macchina
del tempo.
Dal 23
maggio, e per tre giorni, nella cornice degli scavi romani e del
borgo vecchio di Altino, cento ragazzi della scuola media inferiore
di Quarto d’Altino hanno viaggiato a ritroso nel tempo alla scoperta
delle origini della città.
Promosso dalla Fondazione PREMIO ALTINO e dal Comune di Quarto d’Altino il Progetto Arcobaleno ha ottenuto il
patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, della Regione del
Veneto, della Provincia di Venezia, dell’Associazione Claudia
Augusta e del Gazzettino, e si è avvalso della collaborazione di
numerosi Enti prestigiosi: il Museo Archeologico Nazionale di Altino,
la Provincia di Venezia - Assessorato alla Cultura, la Fondazione
Querini Stampalia, il Comune di Venezia - Servizio Protezione
Civile, il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile… I contributi per
la realizzazione del progetto sono stati erogati dalla Regione del
Veneto, dalla Provincia di Venezia, dal Comune di Quarto d’Altino,
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia e da parte di alcune
aziende private, mentre l’organizzazione è stata condotta dalla
Fondazione Premio Altino.
La direzione
del progetto ha proposto un programma particolarmente ricco di
attività didattiche e di manifestazioni culturali che hanno offerto
a giovani e adulti buone opportunità di socializzazione e di
crescita e hanno permesso di valorizzare l’area archeologica come
centro culturale, turistico e ricreativo.
I ragazzi,
insieme ai loro animatori e a numerosi genitori in servizio, hanno
vissuto per più giorni in un vero e proprio accampamento allestito
presso l’area archeologica di Altino. Un’aula sotto il cielo per un
viaggio dentro la storia, fra rievocazioni - sulla strada romana
hanno sfilato persino i legionari – gare, giochi ispirati al mondo
antico; visite guidate al museo e laboratori didattici; spettacoli
di musica e danza aperti al pubblico nel vicus iuvenum e nel borgo
vecchio con “Altino effetto notte”. E poi il confronto fra i
mestieri di Altino romana e quelli della Venezia settecentesca nelle
incisioni della Fondazione Querini Stampalia; la scoperta della
città antica e delle tracce del suo ambiente originario, ancora
leggibili nel Parco del fiume Sile; l’esperienza dell’arte romana e
di quella contemporanea nello studio dello scultore Simon Benetton.
Un altro
ponte di collegamento fra il passato ed il presente è stato
rappresentato dal Premio Altino che viene assegnato a personaggi
dell’arte, della ricerca, dell’economia, dello sport, che si sono
distinti nelle singole discipline e che sono oggi un importante
punto di riferimento per l’educazione dei giovani. Protagonisti di quest’anno sono stati Dino De Poli, presidente della Fondazione
Cassamarca di Treviso; Luigi Rincicotti, pittore, marchigiano
d’origine, trevigiano d’adozione; Carlo Moretti, continuatore di una
delle dinastie del vetro di Murano, industriale e designer; Davino
De Poli, Amministratore delegato del Cantiere navale De Poli di Pellestrina.
Nel porto di
Altino comincia la storia di Venezia: ripercorrerla, rileggerne i
segni sul territorio, è un modo, per i più giovani specialmente, di
ritrovarsi, di conoscersi e di riconoscersi parte di una comunità.
E’ per questo
che 100 ragazzi Altinati hanno deciso di vivere l’esperienza del
Progetto Arcobaleno iniziata venerdì 23 maggio alle ore 14, subito
dopo il termine della scuola. Ognuno dei giovani è arrivato al campo
carico d’entusiasmo e di curiosità e l’idea di sapere con chi si
sarebbe dormito in tenda, che cosa si sarebbe fatto in quei tre
giorni e come sarebbe andato lo spettacolo di gala del sabato sera
li riempiva di gioia ed emozione.
Arrivati tutti i
partecipanti, il presidente della Fondazione Premio Altino prof.
Leonardo Trevisan ha invitato i ragazzi nella platea teatrale per
accoglierli, salutarli e presentare loro gli educatori-operatori
didattici che li avrebbero seguiti per tutto il tempo. Al termine di
questo primo incontro i ragazzi sono stati divisi in sei gruppi ed è
stata assegnata loro la tenda. I gruppi sono stati mantenuti per
tutta la durata del campo perciò i giovani hanno avuto un costante
punto di riferimento nell’educatore che dopo tre giorni aveva
assunto persino il ruolo del grande amico. Durante i giorni al campo
è stato lasciato ampio spazio ai giochi che raramente avevano un
carattere meramente ludico dal momento che buona parte di essi
avevano come obiettivo la conoscenza di usi e costumi dell’antico
popolo romano.
Tutti i giochi e le attività svolte prevedevano un punteggio che
sarebbe servito a vincere il premio finale. Il gioco dei secchi
d’acqua, dato il caldo della giornata, è subito piaciuto e ha
permesso agli educatori di iniziare a conoscere i ragazzi. A questo
primo momento ludico è seguito “il gioco dei messaggeri”. I ragazzi
avevano pochi minuti di tempo per leggere un breve testo sul tema
dei mestieri dell’antica Roma e poter così rispondere alle domande
con un messaggero. Con questo gioco si è creato immediatamente lo
stimolo al lavoro di gruppo, l’attenzione alla lettura per il
desiderio di vincere e soprattutto la volontà di scegliere insieme
le persone più adatte al ruolo del portavoce e del messaggero.
I punteggi finali avevano lo scopo di creare una graduatoria dei
gruppi, seguendo la quale i ragazzi potevano scegliere il loro nome:
un mestiere antico tra i dieci proposti che riconducevano ad almeno
uno dei reperti archeologici presenti nel museo di Altino.
Da quel momento i ragazzi si sono identificati nel mestiere antico
che più li soddisfaceva. Erano così pronti a svolgere le attività
didattiche previste. Sono entrati nel museo di Altino con il proprio
animatore e hanno seguito il consiglio di “ascoltare” i reperti, di
“farli parlare” di quei mestieri di cui avevano già conoscenze
scolastiche e che erano riusciti ad approfondire durante il gioco.
Carichi di esperienza, durante l’attività “mani in pasta con i
romani”, si sono divertiti a creare con fantasia degli oggetti con
l’argilla, quasi come facevano gli antichi vasai. Il contatto con la
materia da plasmare li ha stimolati e ha permesso di ottenere, in
taluni casi, risultati di raffinata delicatezza.
Dopo la pausa della cena si è dato il via alla seconda parte dei
giochi ludico didattici dal nome “giochiamo con lo scudo, pensiamo
con la toga”. Anche durante la serata si sono alternati giochi di
puro svago e fisici, a giochi intellettivi. “La staffetta delle
frasi” è risultata impegnativa per i ragazzi, ma ha dato buoni
risultati, il gioco “dei manichini” ha determinato un buon
affiatamento di squadra e il “tiro alla fune” ha animato lo spirito
competitivo di ogni componente, maschi e femmine, piccoli e grandi.
Alle 22.30 il desiderio di fare festa non era ancora passato. Anche
se stremati dalla giornata in loro, il desiderio di stare insieme
agli altri, la novità per alcuni di stare a dormire in tenda con
altri ragazzi e i tanti stimoli ricevuti durante la giornata, non
potevano essere spenti così in fretta. Una musica da discoteca li ha
subito coinvolti, trasformando per una mezz’ora il campo in un luogo
di ballo. Contenti di quest’ultima iniziativa, ma stanchi delle
tante novità i ragazzi si sono poi diretti alle tende per il
meritato riposo.
Il chiacchiericcio notturno dei ragazzi e le ronde di guardia da
parte dei genitori hanno aiutato a creare un clima di dolce
serenità, rendendo la notte un’esperienza indimenticabile per
tutti: i ragazzi, gli educatori e i genitori stessi.
Il risveglio del sabato mattina è stato brusco e ad un’ora
inconsueta visto che la scuola attendeva, ma subito il piacere di
ritrovarsi tutti insieme ha stemperato la fatica. Dopo la colazione
tutti pronti per la giornata di scuola e il successivo ritorno al
campo. Durante la mattinata il campo si è rianimato, oltre che dal
continuo lavoro dei genitori e volontari, anche da parte del gruppo
di archeologia sperimentale di Villadose. Il gruppo, esperto nella
rievocazione storica dei legionari romani, è arrivato in mattinata
per allestire l’accampamento. Indossati i vestiti e le armature da
legionari, hanno accolto altri ragazzi di scuola elementare. Fra
l’entusiasmo e la curiosità dei piccoli spettatori, hanno spiegato
loro le tecniche, i costumi e lo stile di vita dei personaggi
interpretati, terminando con delle esercitazioni di tecniche di
guerra, come ad esempio la formazione a testuggine e il
combattimento corpo a corpo con gladio e scudo. Terminata la scuola,
i ragazzi del Progetto Arcobaleno hanno fatto ritorno al campo per
il pranzo e poi si sono nuovamente riuniti in gruppi per continuare
le attività con gli educatori.
Inizialmente gli animatori hanno presentato alle proprie squadre i
candidati al Premio Altino: Dino De Poli, Luigi Rincicotti, Carlo
Moretti, Davino De Poli. Il desiderio era di stimolare i ragazzi a
porre delle domande ai candidati che avrebbero incontrato nel
pomeriggio. Questo momento di scoperta delle diverse professionalità
è stato particolarmente interessante e ha incuriosito i giovani al
punto di preparare fin troppe domande ai loro “docenti speciali”.
Nel pomeriggio, prima dell’incontro con i candidati al Premio Altino,
alcuni ragazzi hanno avuto modo di seguire le rievocazioni dei
legionari romani del gruppo di Villadose mentre altri hanno seguito
l’attività proposta dal gruppo dei Beni Culturali della Protezione
Civile del Comune di Venezia che ha svolto, insieme ai ragazzi,
un’esercitazione teorico-pratica per il recupero di beni librari. Ai
ragazzi è stato chiesto di fare un piccolo sforzo di fantasia,
immaginando di trovarsi in una situazione reale, seguendo passo per
passo le varie fasi di recupero. Sono state ricreate le condizioni
sfavorevoli di un’alluvione ed è stato spiegato quanto sia
importante intervenire delicatamente per non compromettere
ulteriormente lo stato delle opere ed è stato insegnato ai ragazzi
come recuperare, ripulire e rendere di nuovo utilizzabile un bene
librario.
Nel pomeriggio, dopo il momento della premiazione finale dei giochi
che ha visto la consegna di uno scatolone pieno di goloserie al
gruppo vincente e numerosi premi di consolazione per tutti gli
altri, i ragazzi riposati ma nervosi ed emozionati per la tanto
attesa serata di gala, hanno potuto conoscere e parlare con i
candidati al Premio Altino. Interessati alle loro carriere e al modo
in cui si sono fatti strada nella vita i ragazzi hanno posto le loro
domande ai premiati.
La serata di gala dopo la rievocazione in costume di un rito nuziale
secondo le usanze dell’antica Roma da parte del gruppo archeologico
di Villadose, ha visto i ragazzi trasformati in veri protagonisti:
si sono esibiti come abili professionisti in spettacoli di canto e
ballo dopo essersi preparati con tenacia ed impegno durante tutto
l’anno. Il gran finale, un virtuosistico balletto ispirato alle
musiche del Gladiatore, ha coinvolto la scultura “Il viaggio” di
Simon Benetton, posta come scenografia del palcoscenico, catturando
emotivamente i numerosi spettatori che per l’occasione avevano
superato il migliaio di presenze.
Stanchi della lunga giornata ma pieni di gioia e soddisfazione i
giovani altinati dopo i saluti sono andati a riposare e, a
differenza della notte precedente, nessun chiacchierio si è alzato
dalle tende.
La domenica mattina i ragazzi, dopo la colazione, sono stati divisi
in due gruppi per le escursioni programmate. Un gruppo ha visitato
il museo della Fondazione Querini Stampalia di Venezia, con
particolare attenzione ai mestieri settecenteschi visti attraverso
le opere e gli arredi lì conservati mentre il secondo gruppo ha
visitato il laboratorio e il museo dello scultore trevigiano Simon
Benetton e successivamente il Parco Naturale del fiume Sile.
Entrambe le esperienze hanno coinvolto attivamente i ragazzi, che
hanno dimostrato interesse a questi nuovi mondi culturali. Al campo
è seguito il pranzo, il riordino delle tende e i preparativi per il
rientro a casa ed un’enorme torta con un arcobaleno di zucchero
colorato ha raccolto intorno se per un emozionante ma sincero saluto
tutti i ragazzi, gli operatori didattici, i genitori in servizio, i
tecnici e i numerosi collaboratori che per tre giorni si sono resi
completamente disponibili.
La cena di domenica sera organizzata nel borgo vecchio di Altino con
la degustazione di piatti tipici e l’ulteriore spettacolo di arte
varia con altri giovani protagonisti hanno permesso di saldare e
intrecciare ancora più i rapporti di socializzazione e
collaborazione fra le numerose persone che a titolo diverso hanno
offerto gratuitamente la propria professionalità.
Educatori, animatori e operatori didattici |
"Non c'è storia se non nei fenomeni che continuano nel presente"
(Marc Block)
Babet Trevisan
Se si
desidera comprendere la storia, l’evoluzione umana e l’arte,
sicuramente non è sufficiente accostarsi a questi argomenti in modo
teorico, bisogna relazionare con le fonti e i documenti che
testimoniano il nostro passato.
Educare alla storia e all’arte con l’arte permette di accrescere nei
giovani la capacità di riconoscere ed apprezzare “oggetti concreti”
e di risalire perciò all’astrazione dei fenomeni.
Le
testimonianze storico-artistiche presenti nella zona archeologica di
Altino adibita a villaggio-scuola in virtù della loro
polivalenza culturale possono essere considerate un ottimo strumento
educativo per i giovani dal momento che esse racchiudono molti degli
insegnamenti che sono alla base della struttura formativa della
scuola.
A
maggio durante l’esperienza di vita comunitaria il museo di Altino
diviene per i ragazzi un’estensione del sapere stesso dove verrà
insegnato loro a riconoscere e rispettare il bene culturale, a dare
risposta a curiosità sugli aspetti della vita concreta di uomini
vissuti nel passato e a rafforzare la capacità di osservazione e
formulazione di giudizi critici.
L’obiettivo di far vivere i ragazzi in una zona così ricca di
testimonianze storiche e a contatto con le opere d’arte è di far
capire loro che il museo non è uno spazio destinato esclusivamente
alla conservazione e all’esposizione di beni culturali ma è un
laboratorio di studio e di esercitazione dove ognuno può cercare di
cogliere quel sottile filo emotivo che lega il presente al passato e
al futuro.
2° Salone dei
beni culturali
Venezia dicembre 1998
I fascicoli delle Edizione
'93, '94, 95, '97, '98 del Pregetto Arcobaleno - PREMIO ALTINO presenti
nello stand della Provincia di Venezia.
Verona 21 - 22
settembre 1999
I fascicoli delle Edizione
'93, '94, 95, '97, '98 del Pregetto Arcobaleno - PREMIO ALTINO presenti
alla terza conferenza regionale dei musei del veneto.
Vivere tutti assieme a contatto con la
natura e con una civiltà molto antica è stata un’emozione più che unica
e meravigliosa che mai dimenticheremo.
Si vive
un sogno; si riescono ad immaginare le tipiche scene di una vita vissuta
da persone semplici che sono riuscite a racchiudere una parte
della loro esistenza, dei loro sentimenti, della loro vita che nemmeno
il tempo ha cancellato.
Osservando attentamente infatti tutto ciò che ci circonda qui ad Altino,
riusciamo anche a comunicare con ciò che ne resta e comprendere e vivere
ciò che succedeva… Chi meglio di Altino stessa può raccontare una
storia? Mille fatti e mille sogni ci sono stati narrati e dovranno
tuttavia restare segreti; solo chi saprà avvertire ogni minimo respiro
di questa terra, verrà a conoscere ciò che è esistito e che ancora oggi
continua a vivere.
le alunne
Chiara Varin, Valentina Milani, Linda De Pieri
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