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LA PALEOGRAFIA MUSICALE E L'OPERA DI SOLESMES
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46. Graz, Università 807. Graduale di Klosterneuburg (XII secolo). XII^ e XXIII^ domenica. Notazione di Klosterneuburg su linee; due linee colorate: chiave alla fine di ciascuna linea. La notazione di Klosterneuburg (Abazia di canonici regolari presso Vienna) è parente della notazione messina. 47. Wirzenborn. Messale di san Floriano di Coblence (XIII secolo). XIII^ domenica. Notazione tedesca su quattro linee; due linee sono colorate. 48. Solesmes, frammento A. 125. Antifonario d'Aquisgrana (XIV - XV secolo). Ufficio di San Carlomagno. Notazione tedesca su linee, di cui una rossa: 'notazione a chiodo'. 49. Paleografia musicale, tono primo p.121. Quadro comparativo dell'evoluzione dei neumi, dai primi manoascritti ai fogli stampati. V CANTI ANTICHI NON GREGORIANO 50. Roma, Biblioteca Vaticana, Basilicano F 22. Graduale di San Pietro di Roma (XIII secolo). XIII^ domenica. La notazione è di transizione (tra l'Italia del sud e l'Italia centrale) su linee, due linee sono colorate. Si rilevano anche qui chiavi e guide. Il testo liturgico è identico al nostro gregoriano; la melodia sensibilmente differente. Confrontando la pagina di destra, osserviamo sulla terza linea che la successione di piedi è sugli stessi gradi è procedimento frequente nel repertorio al quale appartiene il manoscritto. Questo repertorio, considerato generalmente come anteriore al gregoriano, ha ricevuto diversi nomi; il migliore è senza dubbio quello di 'Vecchio Romano'. Se ne trova la traccia soprattutto nei manoscritti delle basiliche romane. 51. Benevento, Capitolo VI.40. Graduale di Benevento (XI secolo). Fine della Messa di Pentecoste e messe delle ferie seconda e terza. Notazione beneventana diastematica. L'introito Factus est repente comincia come la comunione 'factus est repente', poi si sviluppa su una melodia differente, di stile più melismatica; ella appartiene a quel repertorio che si chiama 'Vecchio beneventano'. 52. Muggiasca. Antifonario scritto a Milano da Muggiasca nel 1387. Gloria in excelsis Deo. La notazione è ambrosiana su linee, di cui due colorate. Il rito ambrosiano canta il Gloria all'Ufficio delle Laudi. La melodia ne è stata adattata, nel 1912, al testo romano del Gloria, e aggiunta al Kyriale della Vaticana. Si rilevano i melismi caratteristici del canto ambrosiano. 53. Toledo, Capitolo 35-7. Messa e Ufficio mozarabici (IX - X secolo). Festa di San Giovanni. Notazione mozarabica di Toledo. Questa notazione resta ancora indecifrata, perchè non abbiamo manoscritti su linee del canto mozarabico. 54. Parigi, B.N. Lat. 780. Graduale di Narbonne (XI - XII secolo). Messa di Pasqua. Notazione aquitana 'Venite populi' della liturgia gallicana. Esempio del canto gallicano, anteriore alla diffusione del gregoriano. continua a pagina 7
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