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LA PALEOGRAFIA MUSICALE E L'OPERA DI SOLESMES
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19. Parigi, B.N. lat. 1240. Sequenziario di San Martiel de Limoges, entro il 933-936. Improperi del Venerdì Santo. E' uno dei più antichi testimoni della notazione aquitana praticata in tutto il sud-oves e ilsud della Francia, poi in Ispagna dopo la metà dell'XI secolo. Si rimarca già l'atteggiamento dei neumi seguendo l'altezza melodica. 20. Londra, British Mus. add. 30.850. Antifonario di San Domenico di Silos (XI secolo seconda metà) Sotto l'influenza francese, soprattutto quella dei monaci di Cluny, la liturgia romana (romano-franca) è introdotta in Ispagna, e con essa le melodie gregoriane. In riscontro, la scrittura letteraria, i titoli, l'ornamentazione, la notazione, restano 'Visigote'. Il quadro rappresenta l'Ufficio della Vigilia di Natale. Le antifone sono seguite dalla loro salmodia (Gloria... saeculorum amen). 21. Gerone, San Feliu 20. Antifonario catalano (XI - XII secolo) Ufficio di Pasqua (Vigilia e mattutino). Notazione catalana. Questa notazione attinge dalla notazione visigota e dalla notazione francese. 22. Oxford, Bodl. mis. lit. 366. Graduale-Breviario di Brescia (XI secolo). XIII^ domenica. Notazione dell'Italia del nord. 23. Oxford, Bodl. Douce 222. Sequenziario di Novelese (XI secolo). E' una notazione simile alle altre, ma che pratica molte legature, onde la forma contornata di più neumi. Prima domenica d'Avvento, a destra; a sinistra, sequenze. 24. Roma, Angelica 123. Graduale dell'Emilia (forse da Bologna o da Modena) anteriore al 1039. Notazione dell'Italia centrale: scrittura allungata e irregolare. XXIII^ domenica e Trinità. 25. Monza, Capitolo b 1/41. Graduale di forse di Nonantola. (XI - XII secolo). Feria quarta della settimana Santa. Notazione Nonantoliana, parente della precedente. Essa si caratterizza per il fatto che i neumi partono dalla vocale della sillaba sulla quale si devono cantare. 26. Benevento, Capitolo VI -33- Messale Antico di Benevento (X - XI secolo). Fine della Messa di San Lorenzo; Messa di San Ippolito. Scrittura e notazione dell'Italia del sud (detta beneventana). Molto ricca di sfumature e mostrante una certa diastematia. III INDICAZIONE DELL'ALTEZZA MELODICA PER I TEORICI Questa terza parte presenta documenti con indicazioni dell'altezza melodica; studi fatti da teorici. 27. Cambridge, Corpus Christi Collegio 260. Raccolta di trattati teorici dell'XI secolo. Notazione d'Ubaldo di San Amand, (840-930) e notazione sillabica. La notazione sillabica dispone le sillabe del testo entro le linee d'una scala melodica. Qui, i gradi della scala sono indicati con i segni della notazione d'Ubaldo (all'inizio delle linee). Il testo è:'Nos qui vivimus benedicimus dominum ex hoc nunc et usque in saeculum'. Esso è scritto su più altezze melodiche, di modo da realizzare un 'organon': ed abbiamo qui il primo assaggio di polifonia, alla fine del IX secolo e all'inizio del X. continua a pagina 4
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